Phalenopsis: recupero di una phalenopsis
PHALENOPSIS
Come recuperare una phalenopsis
Sul recupero e cura delle phalenopsis ci sono moltissimi post, per questo non ne ho mai scritto uno di mio pugno. Alla fine mi sono decisa per un motivo: i post che leggo in giro per lo più mi fanno innervosire perché NON aiutano realmente un neofita ad accudire o aiutare la propria pianta. Sono un copia incolla di informazioni varie trovate in rete e personalmente, quando ero alle prime armi e mi ci sono trovata, non mi hanno aiutata per niente.
Per questo voglio scrivere un post che sia realmente di aiuto, ricordandomi come ero io ai tempi della mia prima phalenopsis e cercando di dare informazioni reali, non chiacchiere.
Fatemi sapere se vi è stato d'aiuto, per me è importante! :)
Step 1: La valutazione
Partiamo da una base di conoscenza: le phalenopsis che troviamo in commercio sono ibridi di facile coltivazione, e il primo contatto che abbiamo con loro di solito è al supermercato oppure nei vari Brico, Leroy merlin e simili. Hanno un prezzo accessibile da fiorite che si aggira intorno alla decina di euro, ma a molti di noi è capitato di vederle in vendita anche sfiorite a prezzi molto interessanti (intorno ai 5 euro). Trovarle a questi prezzi scatena in noi una doppia reazione: il vantaggio economico e la voglia di metterci in gioco per farle rifiorire!
Ecco, in questa fase va valutato attentamente un fattore: la salute della pianta.
Ci sono infatti anche alcuni angolini dell'ultima occasione in cui si trovano orchidee veramente messe male anche a due euro, ma in alcuni casi non si tratta di ultima occasione ma di estrema unzione. Quindi: portare a casa una orchidea recuperabile si, portare a casa una pianta morente no.
Come riconoscere una pianta che ha delle possibilità?
1) Qualità foglie: -afflosciate e grinzose è recuperabile;
-rotte è recuperabile;
-macchiate di nero o marrone sulla foglia o nel sottofoglia è meglio lasciar perdere;
esempio foglie flosce (fonte web)
esempio foglie rotte(fonte web)
esempio foglia macchiata(fonte web)
2) Radici: guardiamo attraverso il vaso trasparente e analizziamole.
- verdi o bianche senza macchie è ok;
- marroni o nere è meglio lasciar perdere.
3) Quantità foglie: più di tre ok, meno di tre meglio lasciar perdere
Step 2: L'arrivo a casa. Cosa fare?
Ok, e cosi abbiamo preso quell'orchidea ad un prezzo stracciato e l'abbiamo portata a casa. E ora?
Se abbiamo seguito i consigli di scelta del primo punto avremo quasi sicuramente portato a casa una pianta in sofferenza ma assolutamente recuperabile. Dunque la nostra pianta ha necessità di alcune cose fondamentali, vediamo quali:
1) un rinvaso: rinvasare la nostra nuova arrivata ci da la possibilità di controllarne meglio le radici, eliminare quelle morte e cambiare il substrato, cosa che indubbiamente le gioverà, perché non abbiamo idea di quanto tempo abbia passato con il substrato precedente.
Utilizziamo un bark di pezzatura media, che possiamo trovare negli shop specializzati oppure nei vivai o ancora nei Brico/Leroy Merlin e simili. Attenzione ad una sola cosa nell'acquistare il substrato per le orchidee phalenopsis: deve essere TUTTO bark (cioè tutta corteccia), e non ci deve essere terra, ok? Lo dico soprattutto perché si tratta di un post per i neofiti che spesso acquistano il sacchetto di "terriccio per orchidee" che però è un misto di bark e terra, buono per i cymbidium ma non per le phalenopsis. Leggiamo bene prima di acquistare.
Una volta svasata la pianta eliminiamo il grosso della corteccia e osserviamo bene le radici: quelle sane sono dure al tatto, piene, mentre quelle da eliminare sono vuote, molli, oppure secche ma sempre vuote al tatto. Tagliamole via con la forbice e teniamo solo il sano, non importa se le radici rimanenti non sono molte, va bene cosi.
Puliamo bene il vasetto trasparente dove già si trovava e rinvasiamo con il nuovo bark, premendo bene per farla stare dritta in posizione.
2) acqua: se l'orchidea che avete acquistato grondava di acqua non ha necessità di essere ulteriormente annaffiata dopo il rinvaso. Potete lasciarla cosi e provvedere quando sarà il tempo. Se invece era a secco va annaffiata.
Ci sono diverse tecniche di bagnatura per le orchidee: sperimentate e trovate la vostra.
- passare il vasetto sotto acqua corrente per qualche secondo;
- immergere la pianta in una ciotola di acqua e lasciarla in immersione per qualche minuto
3) posizione: Cerchiamo il posto più adatto per la nostra pianta! Davanti ad una finestra non raggiunta dal sole diretto per esempio, andrà benissimo.
Per il momento è tutto.
Questa era la prima parte del recupero di una phalenopsis, presto seguirà la seconda parte in cui spiegherò come risolvere problemi specifici come: cocciniglia, foglie flosce, radici secche, bark rovinato e molto altro.
A presto!
fioritura 2020
Ci sto provando a farla rifiorire, per quanto ho letto in giro credo che non gradisca molto l'acqua di rubinetto, meglio demineralizzata oppure piovana o altrimenti decantata
RispondiEliminaL’acqua di rubinetto può essere più o meno calcarea, dipende dalle zone. Sicuramente lasciarla decantare le può fare solo bene!
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