Phalenopsis - Ibrido commerciale



Ibrido commerciale di phalenopsis

acquistata nel 2012


---


Di ibridi commerciali di phalenopsis sono piene le nostre città.
Possiamo trovarli dai fiorai, ma anche nel centro commerciale o al supermercato.
Sono bellissime, colorate, di tutte le forme e grandezze, e anche se adesso mi hanno stufata abbastanza per via della troppa offerta, non posso non ammettere che sono davvero delle ottime piante da interni.
Vale dire che quella che troviamo in commercio non è un'orchidea presente in natura. Si tratta di un ibrido, cioè una pianta che è stata incrociata in laboratorio per ottenere questo risultato finale. Il vantaggio è una pianta sicuramente più resistente. Gli ibridi sono più tolleranti alle temperature basse o alte e più generosi nelle fioriture.
Per riconoscere un ibrido non ci vuole molto: innanzitutto se si compra una pianta in un supermercato è sicuramente un ibrido, ma se si vuole essere sicuri, basta leggere l'etichetta. Le orchidee botaniche, ossia quelle presenti in natura, hanno un nome e un cognome (es. Phalenopsis Bellina), e questo permette di riconoscere la loro provenienza, le cure da dare e altre informazioni specifiche.
Le Phalenopsis ibride, invece, sono denominate semplicemente "phalenopsis", e tanto basta per togliere ogni dubbio.

Un ibrido di Phalenopsis è molto facile da crescere e coltivare, purché si ricordino i tre punti fondamentali: luce, acqua e temperatura.
Si compra in fiore, e sono molte le persone che credono che rimarrà fiorita per sempre. Leggo spesso persone su gruppi vari che pubblicano le foto delle loro phal sfiorite, urlando AIUTO  perché lo stelo è diventato giallo. Non è successo nulla, sta solo sfiorendo, come qualunque altra pianta sulla faccia della terra. I fiori non durano per sempre.
Quando lo stelo secca, si può lasciarlo così o rimuoverlo, 
Trattandosi di una pianta che non va in riposo, va data la stessa luce e temperatura per tutto l'anno.
E qui va fatta una seconda precisazione. Si legge che una Phalenopsis vuole una luce moderata ma il senso di "moderata" è relativo, perché significa che va evitato il sole diretto, non che può vivere al buio. 
Va posizionata in una zona molto luminosa ma non attraversata da sole diretto, ad esempio una finestra esposta ad est, va evitato di posizionarla sopra o vicino ad un termosifone e va garantita una buona circolazione d'aria, quindi niente stanze chiuse.
Le temperature interne di una casa qualsiasi sono perfette per questa orchidea, a cui basta non scendere al di sotto dei 15 gradi per vivere bene. A dire il vero mia madre tiene le sue in una veranda in cui in inverno si toccano minime di 8-10 gradi, ma in generale, io non lo consiglierei.
Le annaffiature sono l'ultimo punto da toccare. Poca acqua, e assolutamente non va annaffiata giornalmente.
Lo so che chi non ha mai avuto un'orchidea, e invece cresce piante da appartamento, è abituato ad annaffiare abbondantemente tutti i giorni, ma se lo si fa con questa phalenopsis, lei marcirà e morirà. Una volta alla settimana, in inverno, la potete mettere sotto il rubinetto dell'acqua e far scorre per qualche secondo finché le radici argentate non diventano verdi. Stop.
In estate invece si può vaporizzarla sulle radici e sulle foglie abbondantemente al mattino e al pomeriggio, continuando a bagnarla quando serve.

Ho tre phalenopsis ibride.
La prima è La Prima. Me l'ha regalata il mio ragazzo, e da lì è partito il mio amore per le orchidee, che rapidamente è virato sulle botaniche. La seconda è una mini phalenopsis bianca, molto generosa con le fioriture,e con la produzione di radici e foglie. L'ultima è un discorso a parte.



Bella è bella.
Quando l'ho vista la prima volta. ero in un supermercato e lei era semplicemente diversa.
Ero abituata a vedere dei mostri giganteschi, con fiori tondeggianti e di grandi dimensioni. Lei invece era piccola, molto tenera e delicata, con questi fiori bianchi, tanti e piccoli, molto più piccoli di quelli delle altre, e due steli cicciotti ed eretti che partivano da foglie lanceolate, per niente arrotondate come le altre.
Me ne sono innamorata, e da lì è partita la via crucis.
Dopo la fine delle fioritura è caduta, e due delle sue foglie si sono rotte. Ne ha sofferto molto, e la sua produzione di radici e foglie si è bloccata. Sembrava odiare qualsiasi condizione io le dessi. 
Le altre orchidee fiorivano e stavano bene, lei sopravviveva. Ho provato ad aumentare la luce, a diminuirla, ad aumentare le bagnature, a diminuirle, ma nulla sembrava funzionare.
Poi, durante uno di questi tentativi, si è bruciata. Il sole di maggio è cattivo, con queste piante, e lei era dietro una finestra che lo ha aiutato a cuocerle per bene due foglie.
L'ho portata da mia madre. Nel frattempo erano passati due anni.
Da lei ha emesso una foglia, ma durante l'estate continuava a stentare, così l'ho ripresa e svasata.
Aveva solo due radici, piccolissime.
L'ho rinvasata con bark di grossa pezzatura, e le ho dato un nuovo vaso. Si è cominciata a riprendere.
Ho capito che non ama il caldo, neanche quello che le altre ibride possono sopportare, e che ama una luce molto alta, ma non diretta.
Da quando l'ho spostata nello scaffale con le altre, lo scorso ottobre, è rinata.
Ha prodotto una nuova foglia, questo stelo pieno di fiori che porta da diversi mesi senza accennare a sfiorire, e un grosso quantitativo di radici.
Quando la guardo non posso non amarla. Ha sofferto tanto, e io con lei, così il rapporto che si è creato è molto stretto, e quando la osservo, c'è un moto di orgoglio nei miei occhi.
Forse uno degli ibridi meno facili che io abbia mai incontrato sulla mia strada, ma è anche la dimostrazione che basta non arrendersi per essere ricompensati da una grande fioritura.



Commenti

Post popolari in questo blog

Tricophilia coccinea

Sarcochilus Hartmannii

Chysis limminghei